martedì 23 agosto 2011

C’ERA UNA VOLTA…


Io, la Boxe, ho iniziato ad amarla da ragazzino. Un tardo e caldo pomeriggio di una primavera avanzata, quando avevo circa dieci anni, mio padre mi portò ai Giardini Regina Margherita in Bologna, il grande parco sito nella circonvallazione, tra la Porta Castiglione e la porta Santo Stefano, poichè era stata allestita una grande riunione di pugilato. Io ricordo ancora i nomi dei pugili che in quella serata già calda e profumata di tigli, figuravano nel programma. Li ho visti combattere per la prima volta,fino a quel momento mi erano sconosciuti, ma poi, non li ho più dimenticati.

Tutti fior di campioni signori miei, uno meglio dell'altro. Gente che nelle varie categorie ha scritto pagine di sport memorabili. I nomi? Ne cito qualcuno: Duilio Loi, Formenti, Bottoni, Cerasani, Marconi, Visentin, etc. Tutti in una sola volta.

Vi rendete conto? Pugili che già allora dimostravano di possedere tutte le qualità dei fuori classe e non solo quelli, ma a quel tempo erano tanti in Italia con quelle caratteristiche. Quando penso a quei tempi, oggi mi viene il magone, oggi che vedo il deserto intorno e non s'intravvede molto più del nulla. La boxe di questi tempi, per sopravvivere è costretta a coabitare nelle riunioni pugilistiche con la tai-box ed alla chick-box...senza di queste nuove discipline, interverrebbero pochissimi spettatori.

Da quella sera, la Boxe mi entrò nell'animo e nella mente e più tardi, appena ebbi l'età giusta e dopo di aver frequentato per alcuni mesi la palestra della Sempre Avanti in cui si insegnava ginnastica, passai alla palestra dove si insegnava pugilato. 

Assieme a tanti amici, trascorsi in quel luogo gli anni più belli della mia giovinezza. In quel luogo, in Via Maggia nel cuore di Bologna, ho imparato cosa significano lo spirito di sacrificio, la lealtà e l'orgoglio di appartenenza ad una società, attaccamento ad una maglia, ad una città e ad una nazione.


In quella palestra mi sono allenato con il più grande pugile bolognese di sempre: Francesco Cavicchi, Campione d'Italia e d'Europa dei pesi massimi. Il suo e nostro istruttore era Leone Blasi, anch'esso ex  pugile professionista di buon livello. Un padre ed un amico, che ogni allievo ricorderà sempre con affetto.  

VIA MAGGIA

 


Giorgio il mio nome di battesimo, Ala invece era il cognome di uno sfortunato ragazzo bolognese (Sergio Ala) morto sotto i bombardamenti. Quando mi presentai alla vecchia palestra della Sempre Avanti in Via Maggia nel cuore della città di Bologna (la mia città), dissi che era il mio cognome e da quel giorno tutti mi chiamarono Ala, anche perchè i nomi brevi si pronunciano più velocemente. Così, un po' perchè non volevo far sapere a mio padre che andavo a scambiare pugni ed anche perchè mi dissi che era meglio iniziare in sordina prima di constatare quanto valevo...

Quando entrai nella palestra la prima cosa che mi colpì fu l'acre odore di sudore e la frenesia , la determinazione , l'ardore che tutti coloro che si allenavano mettevano in tutto ciò che stavano facendo. Quella sì che era passione allo stato puro. Ci credevano e più tardi, anch'io ci ho creduto.

Avrebbero tutti dato l'anima per "arrivare". Gli allenamenti tutte le sere dopo una giornata di lavoro e la doccia fredda , anzi, gelata, essendo lo scaldabagno scassato durante i lunghi e freddi mesi d'inverno. Le rinunce, anche di quel poco che ci si poteva permettere tipo i modesti divertimenti una volta la settimana: un film oppure una scappata in una delle tante balere che a Bologna erano tante, ma rigorosamente fino a mezzanotte, poi a letto. I sacrifici. Io la prima tuta con il nome della mia società l'ho potuta acquistare con i guadagni di 10 fredde notti passate a spalare la neve...

Uno degli elementi più in vista della mia palestra era certamente Francesco Cavicchi, un predestinato, atleta dal fisico scultoreo formatosi con il lavoro dei campi della sua terra in quel di Pieve di Cento a 20 chilometri da Bologna (lui se li faceva tutti i giorni in bicicletta andata e ritorno per venire in palestra ad allenarsi). Quando lo conobbi era ancora dilettante, ma già affermatosi in campo nazionale anche se a quei tempi sembrava, avere in Di Segni un peso massimo elegante, tecnico, uno stilista puro, la sua bestia nera. Infatti, ai campionati italiani dei prima serie Di Segni riusciva a sconfiggere Cavicchi ai punti. Cavicchi sembrava più che altro, subire la personalità dell'uomo Di Segni, più che del pugile. Di Segni era più colto, più elegante, più seguito dalla stampa nazionale e soprattutto, godeva di "agganci" altolocati (cosa che avviene ancor oggi...).
 
Nei professionisti però, fu Cavicchi ad affermarsi a livello internazionale ed a raggiungere i traguardi più prestigiosi, mentre del più famoso e quotato Di Segni, si son perse le tracce.
Infatti, passato professionista, di lì a poco, Francesco Cavicchi conquistò il titolo italiano dei pesi massimi battendo il coriaceo e generosissimo ferrarese Uber Baccilieri e poi, subito dopo pochi mesi, conquistò il titolo europeo battendo in 15 riprese dopo averlo atterrato più volte, il duro antiestetico picchiatore tedesco, mai domo, Heinz Nehuaus denominato il birraio di Dortmund. Il memorabile incontro si svolse a Bologna nel catino dello Stadio Comunale, oggi chiamato Dall'Ara.

Io iniziai ad allenarmi con tanti bravi ragazzi di cui ricordo ancora i nomi: Mazzacurati, Canè, Pomaro, Venturi, Cipressi, Grilli, Menzani, Canì, Rubini, Baravelli, Lipparini, Fernando Farinelli, Minarelli, Paladino, Sartori, Cavicchi II, Zerbini, Gabrielli, Pancaldi, i fratelli Musiani, Tarozzi, Parmeggiani, Pondrelli, Fabbri,ed altri che rispetto a me venivano considerati dei veterani in quanto più grandi o di più lunga frequentazione della palestra quali: Rossi (generosissimo peso Super welter), Rizzi (pirotecnico peso piuma molto spettacolare), Walter Sarti  (micidiale mancino impostato in guardia normale), Fiorini (coriaceo e generoso peso medio massimo, futuro avvocato diventato poi Presidente del Comitato Regionale).
Qualcuno di di quei bravi ragazzi riuscì a raggiungere traguardi prestigiosi. Oltre a Cavicchi di cui ho già descritto i titoli conquistati, Dante Canè fu pluri campione italiano dei pesi massimi sia nei dilettanti che nei professionisti e per due volte si battè per il titolo europeo, Alfredo Parmeggiani conquistò il titolo italiano dei welter (1957) nei dilettanti prima serie, poi, Luciano Mazzacurati e Orazio Venturi (1960) anno delle olimpiadi di Roma, conquistarono i titoli italiani dilettanti prima serie a Bologna, rispettivamente nei piuma e nei Welter pesanti. Infine, Bruno Pomaro conquistò il titolo italiano dei novizi nei Super Welter (1956).
A me, resta una piccola ma importante e indelebile soddisfazione, quella di avere fatto i guanti (tre riprese quasi ogni sera per due anni) con Orazio Venturi che ebbe l'onore di prendere il posto nell'albo d'oro dei campionati italiani dilettanti prima serie di quel mostro sacro di Nino Benvenuti  che fu per anni il dominatore assoluto nella categoria dei Super Welter. Infatti, finchè militò nei dilettanti quel titolo in quella categoria lo conquistava sempre lui e ciò si verificò per diversi anni. Poi, conquistato il titolo olimpico, passò al professionismo. 
Ebbene, Orazio Venturi con il quale per due anni ho scambiato colpi quasi tutte le sere senza che esso abbia mai avuto la soddisfazione di colpirmi o  al viso o al bersaglio grosso poichè io lo superavo in velocità e varietà di colpi, quel titolo italiano che conquistò a Bologna l'anno delle Olimpiadi di Roma (1960) lo vinse battendo fra gli altri un certo Sandro Mazzinghi, colui che passato professionista un anno dopo, diventò Campione del Mondo  e fu capace poi di far soffrire in due memorabili incontri Nino Benvenuti.
 
Leone Blasi l'istruttore di Francesco Cavicchi e nostro, un giorno disse che io e Orazio Venturi formavamo la giusta combinazione per un incontro di pugilato che deve offrire spettacolo  e tutti gli aspetti  positivi della noble art: il picchiatore (Orazio Venturi) contro uno stilista, un tecnico (io). Potenza e aggressività, contro varietà di colpi, velocità e fantasia. Blasi ogni tanto mi diceva sorridendo, che ero un'altrp Parmeggiani (il dilettante con maggior classe che Bologna abbia avuto).


In concreto, Orazio Venturi in quel 1960 compì un'impresa che rimarrà negli annali del pugilato. Vinse un titolo italiano presentandosi da illustre sconosciuto e vincendo via via, tutti gli incontri e quasi tutti prima del limite contro avversari più quotati di lui (sulla carta).
Non saprò mai se il povero Leone Blasi avesse ragione, se avesse visto giusto, in quanto il mio sogno si arrestò mandato in frantumi da oculisti che mi diagnosticaro quell'anomalia alla retina.








UN SOGNO SVANITO...

 


Dopo essermi allenato per alcuni anni alla Sempre Avanti Bologna , in un momento  in cui si erano venute a formare all'interno della mia società alcune tensioni create da correnti antagoniste, come del resto accade ancora oggi, una che riteneva sorpassato l'istruttore Leone Blasi perchè convinta che il suo vice Corrado Conti praticasse metodi di allenamento più moderni ed innovatori, provocò una rottura tra una parte di loro e la dirigenza.

Di conseguenza, avvenne una sissione e una parte dei ragazzi seguì quella corrente chiamiamola riformatrice e si lasciò attrarre dalle sirene rappresentate da Bruno Amaduzzi appena nominato dalla fabbrica di motociclette Morini Franco, presidente della nuova società che venne chiamata "Accademia Pugilistica Bolognese". Accadde così che anch'io seguii assieme ad una decina di altri quella corrente.

Quindi, io, assieme ad altri compagni di palestra, decidemmo di aderire di buon grado all'offerta che ci fu rivolta da Bruno Amaduzzi (futuro procuratore di Nino Benvenuti) che ci propose di passare all'Accademia Pugilistica Bolognese onde costituire il nuovo boxing team sotto la guida di Corrado Conti al quale fu affidato l'incarico di Istruttore ufficiale titolare (ora gli allenatori/istruttori di pugilato vengono classificati "Tecnici" e "Maestri" quelli che con più lunga militanza abbiano conseguito brillanti risultati). 

Corrado Conti ex pugile professionista,era arrivato a disputare il titolo mondiale dei pesi mosca quando i titoli mondiali venivano assegnati da una sola federazione mondiale ed i pretendenti erano la crema dei migliori pugili al mondo, che erano tantissimi. Egli era piccolo, ma un grande come uomo con un'eccezionale personalità e grande carisma. Curava in maniera quasi ossessiva, sia la parte tecnica che quella atletica ed era caparbio ed esigente al massimo.

Però, una volta entrati nella nuova società, per la semplice ragione di avere lasciato la Sempre Avanti Bologna, fummo sospesi dall'attività sportiva per 12 mesi  dalla Federazione Pugilistica Italiana. Ciò significò che per un anno nessuno di noi avrebbe potuto svolgere attività agonistica.

Se ciò non bastasse, alla prima visita "seria" effettuata nell'ambulatorio del Palazzo dello Sport di Bologna dal Dott.Canè (ex maggiore della Areunautica) egli si accorse che io presentavo un forte squilibrio visivo tra occhio destro ed occhio sinistro, ragione per la quale il medico non potè rilasciarmi il nullaosta di nidoneità. Subito dopo qualche giorno, Bruno Amaduzzi mi portò a farmi visitare da diversi oculisti per verificare se veramente io non potevo essere considerato idoneo all'attività agonistica pugilistica. Tutti furono concordi nel dichiarare che non potevo più praticare il pugilato perchè mi riscontrarono un anomalia congenita alla retina.

Di conseguenza, io trascorsi i pochi mesi che mi separavano dalla partenza per Orvieto dove avrei dovuto presentarmi al C.A.R. per iniziare la vita militare, aiutando Corrado Conti ad allenare i miei compagni. Essi in seguito, trascorsi i dodici mesi di squalifica, parteciparono alle varie competizioni, in occasione delle quali molti vinsero titoli regionali ed interregional, ed alcuni di loro passarono al professionismo.


Io,invece, partii per fare il militare. Era l'anno 1959. Non frequentai mai più una palestra e neppure l'ambiente del pugilato.

Soltanto dopo 44 anni, chiamato dal mio grande amico e testimone di nozze Luciano Mazzacurati ex Campione d'Italia dei pesi piuma, laureato in Giurisprudenza  e Vice Procuratore Federale (in quel momento), ho accettato di offrire la mia collaborazione in qualità di Segretario del Comitato Regionale dell'Emilia Romagna della F.P.I. (Federazione Pugilistica Italiana) il cui Presidente era Angelo Poletti ex arbitro internazionale.

Io ho prestato la mia collaborazione dal 2003 al 2007 in qualità di Segretario e fino al 2008 compreso, in qualità di Commissario di riunione.

Il 27 dicembre 2010 ho compiuto 73 anni.

Giorgio Ala Scorzoni



 

GALLERIA DEI RICORDI 1

GLI AMICI DI UN TEMPO ORMAI LONTANO


ROMANO RUBINI
Peso Welter Leggero - Coriaceo, potente ed aggressivo.





GALLERIA DEI RICORDI 2














I GRANDI CAMPIONI ANNI '50


Francesco Cavicchi e Dante Canè

                                                                                  
Da sinistra: l'istruttore Leoni Blasi, Alfredo Parmeggiani,
Carlos Duran (Campione d'Europa Medi Jr),Luciano Mazzacurati
e il grande Francesco Cavicchi (Campione d'Europa pesi massimi)




EVENTI MEMORABILI



Se, Se, Se…

 UNO SGUARDO DALLA'ALTO
UNO SGUARDO DALL'ALTO

Ore vuote, ore silenziose,
ore in cui mi chiedo il perchè delle cose
Ore di un'amarezza infinita,
ore in cui vorrei afferrar con le dita
una nube, per posarmici sopra
e guardare dall'alto la vita...

di Giorgio Ala Scorzoni (Alasco)
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